Riportiamo quest'informazione dal 
Sito dihttp://www.denunceitaliane.it/e ringraziamo
 Fabio del Toro per averla postata.
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Come fare per Denunciare un Avvocato o dei Magistrati?post originale:http://www.denunceitaliane.it/forum/abuso-di-potere-/21-vade-mecum-per-denunciare-un-avvocato.html#21- - -
2011-01-01 15:32:17           di 
Fabio del Toro.
Vade-mècum, per Denunciare un Avvocato.Ho  letto in questo sito, e anche su tanti altri, ripetute lamentele di   cittadini “ stritolati “ dal tritacarne giudiziario nel combinato   disposto di:
1) avvocati incapaci e disonesti
2) magistrati  ignoranti e corrotti  e spesso vagabondi, ( LAVORANO PER  UN NUMERO DI  4,2 ORE AL GIORNO la statistica è ufficiale, i dettagli sul  Vade-mècum  per denunciare un magistrato a breve pubblicazione )
3) sistema  giudiziario inefficiente, che si trascina nella sua lentezza e  nella  sua inarrestabile produzione di errori e iniquità fra coloro che   possono pagare ed ottengono favori e servizi ( oltre che sentenze   favorevoli ) e coloro che invece non avendo i mezzi, la ingiustizia la   subiscono prima del processo, durante e dopo il processo.
L’Italia  è sempre fra gli Stati più condannati dalla Corte europea dei  diritti  dell’uomo di Strasburgo per violazioni della Convenzione europea  sui  diritti umani e in particolare dell’art. 6, che impone agli Stati  di  garantire una durata ragionevole dei processi. Il 37 per cento di  tutte  le sentenze di condanna da parte della Corte per inefficienza  della  giustizia è a carico dell’Italia.
Nel 2008 la Corte emette 82  sentenze contro l’Italia (più che per  qualsiasi altro Stato dell’Europa  occidentale), delle quale 51 per la  lentezza dei processi.
Al 31  dicembre 2008 pendono presso la Corte 4.200 casi riguardanti  l’Italia,  cioè il 4,3 per cento del totale (solo Russia, Turchia,  Romania e  Ucraina ne avevano un numero maggiore). Di tali casi, 2.600  sono per la  durata eccessiva dei processi, materia per la quale l’Italia  ha  riportato 999 condanne negli ultimi dieci anni. In tale periodo (1°   novembre 1998 – 31 dicembre 2008), la Corte dichiara ammissibili 1.744   casi riguardanti l’Italia – un numero inferiore solo a quello dei casi   riguardanti la Turchia.
L’Italia è inoltre lo Stato con il maggior  numero di sentenze di  condanna della Corte europea di Strasburgo non  eseguite sul piano  interno: 2.467 su un totale di 3.544 casi pendenti  dinanzi al Comitato  dei Ministri del Consiglio d’Europa.
Per  dare un contributo attraverso la mia personale esperienza, ed avendo   denunciato e querelato sia un avvocato che magistrati, voglio portare   il mio bagaglio di conoscenza alla attenzione di tutti i lettori in modo   che ne possano fare tesoro e possono attraverso la lettura dei miei   consigli ottenere un po' più di giustizia, di quella che otterrebbero   senza le mie due guide: quella di come si denuncia un avvocato e quella   di come si denuncia un magistrato.
Dal punto di vista della  legge, un avvocato è come qualunque altro  cittadino e se denunciato,  subirà un processo qualora i fatti descritti  nella denuncia avranno una  rilevanza penale.
Esiste però un
 Codice Deontologico,  
http://www.privacy.it/codeoncnf.htmlche  ogni ordine degli avvocati pubblica sul loro sito e riguarda  quelle   regole che impongono un certo comportamento e che servono ad   armonizzare i rapporti fra avvocati e clienti, fra avvocati e testimoni,   e anche fra avvocati e avvocati oltre che, fra avvocati e magistrati.
Troppo  spesso la gente confonde le violazioni al Codice Deontologico con   quelle al Codice Penale e invece questa è la prima distinzione da fare.
Se  nascono dei dissidi fra avvocato e cliente, questi vanno riportati   quasi sempre alle norme del codice deontologico ed il cliente dovrà far   valere quello invece che tentare spesso inutili denunce penali che non   risolverebbero il caso.
Io per esempio ho intrapreso sia la  denuncia penale nei confronti di un  avvocato e sia la denuncia  all'Ordine degli avvocati di appartenenza.
Non si trattava di un avvocato che assisteva me, ma di 
avvocati che  usavano la testimonianza di un loro collega per farmi condannare.Dunque, nel mio caso le supposte violazioni erano:
1) al 
codice penale per
 FALSA TESTIMONIANZA  all'
art. 372 c.p.p2) al 
codice deontologico per violazione dell'
art 52 che prevede che 
gli  avvocati non possono mettersi d'accordo con un testimone per avere da  lui deposizioni compiacenti.
Nel mio caso, essendo il testimone avvocato, parte dello studio che mi faceva causa, la
“  compiacenza “ era palese visto che in tutti i casi in cui gli avvocati   fanno quattro chiacchiere con i testimoni e si mettono un pochettino   d'accordo sulle domande che faranno.... queste quattro chiacchiere,   nessuno sa che vengono fatte,  e la compiacenza non è certamente   riscontrabile, ma nel mio caso, il tizio che era seduto a dare le   risposte era un collega di studio del tizio che gli faceva le domande e   dunque, che si fossero messi d'accordo fra domanda e risposta è   assolutamente certo ( con quale spontaneità risponde un testimone che è   seduto su quella sedia per il fatto che ha eseguito una MISSIONE per   conto dello studio che lo paga ???? ) questo io lo definisco killeraggio   legale.
Comunque, per esperienza mia, queste vicende sono  troppo sul filo del  rasoio della interpretazione del singolo magistrato  e vale troppo la  discrezionalità del Pubblico Ministero che se decide  di archiviare,  archivia e basta e il cittadino che denuncia il reato (  falsa  testimonianza ) non riceve alcun ristoro di giustizia.
Anche  le procedure dell'ordine degli avvocati però sono molto di manica   larga e difficilmente vanno a condannare un loro iscritto collega.
Gli  ordini professionali sono decisamente corporativi e tesi alla   autoconservazione della casta, essi tenteranno in tutti i modi di   assolvere disciplinarmente il loro iscritto ed eviteranno di sanzionarlo   per non infangare l'intera categoria.
Io ho avuto a che  fare con un avvocato che lavorava in uno studio legale  di Milano e che è  venuto in Toscana, nella città dove lavoravo a fare  una indagine per  il suo studio di appartenenza e poi ha direttamente  partecipato alla  causa civile, non come avvocato ma come testimone ( era  l'unico  tra  l'altro)
Ha redatto delle denunce e ha dichiarato delle cose che  erano l'esatto  contrario di quello che dichiaravano i miei testimoni  che conoscevano i  fatti del processo, vivendo nella mia città da sempre  e frequentavano i  luogi oggetto della deposizione, per libera scelta e  da lungo tempo
Al processo, undici persone dicevano delle cose,  lui,  l'avvocato-testimone su commissione ne diceva altre, e i giudici  hanno  creduto a uno contro undici.
Questo strano fenomeno  antiscientifico passa sotto il nome di LIBEO  CONVINCIMENTO e cioè, un  Giudice ha tutta la libertà di credere ad un  unico soggetto con  evidenti interessi nella causa e che viene a  testimoniare su esplicito  mandato lavorativo invece di credere a undici  soggetti che hanno  conosciuto i fatti spontaneamente, per anni ed anni e  non ricevono  alcun compenso per quello che dichiarano durante la  deposizione, nel  mio caso, quell'avvocato è stato poi assunto e  diventato uno dei  partners dello studio tanto che quando è uscita la  sentenza lui ha  potuto festeggiare la vittoria, non come avvocato che la  patrocinava ma  come avvovato che la vinceva quale testimone ( unico )  nella causa.
Quando  ho provato a denunciarlo sia dal punto di vista penale che da  quello  deontologico, il suo studio di appartenenza ha messo in ballo  tutta la  forza che aveva per proteggerlo, facendo pressioni sulle  procure e  sull'ordine degli avvocati e tutti i fascicoli sono stati  chiusi con un  timbro di archiviazione
Per farvi capire poi, l'assurdo della cosa e come il destino si sia messo a giocare con noi, è accaduto questo:
Ho portato in Procura la mia denuncia e tutto è stato archiviato.
Siccome  nella mia denuncia ( che ho firmato da solo ma che ho scritto  con  l'aiuto di un amico avvocato ) avevo fatto richiamo fine  all'articolo 
408 del C.p.phttp://www.brocardi.it/codice-di-procedura-penale/libro-quinto/titolo-viii/art408.htmlche prevede che io debba venire informato del fatto SE la mia denuncia viene presa in considerazione o archiviata.
(Questo richiamo è importantissimo ! Altrimenti accadrebbe che archiviano senza farvi sapere nulla!! statene certi)
Quando ricevetti la comunicazione di archiviazione presentai opposizione alla archiviazione
http://www.brocardi.it/codice-di-procedura-penale/libro-quinto/titolo-viii/art410.htmlche  infatti è prevista nella ipotesi in cui ti rendi conto che chi  doveva  svolgere indagini non lo ha fatto oppure, le ha svolte ma non ha  capito  molto.
Quindi, negli otto giorni a disposizione, prendo visione  del fascicolo (  quattro fogliettini da nulla dove quel procuratore va a  vedere giusto  dove è nato il tizio avvocato che denunciavo ) e poi  chiude   immediatamente il caso.... allora, sempre secondo legge, noi  aggiungiamo  argomenti ( per chiedere una ulteriore indagine si deve  assolutamente  aggiungere altrimenti bocciano di sicuro ) e con questi  nuovi argomenti  chiedo che le indagini continuino e si proceda per la  incriminazione che  porti al processo.
Purtroppo anche il secondo  giudice che doveva approfondire il ( quasi  inesistente ) lavoro del  primo  chiude il caso con questa motivazione:
La opposizione alla  archiviazione viene respinta perchè colui che ha  chiesto la  prosecuzione delle indagini ( che sarei io ) non poteva farlo  visto che
 il reato di falsa testimonianza è un reato che offende   principalmente la amministrazione della giustizia ( il Tribunale   diciamo... ) e dunque il soggetto che avrebbe il diritto/dovere di fare   quella richiesta è proprio colui che di fatto la respinge, insomma: se   l'opposizione alla archiviazione non se la chiede lui da solo, non la   possono chiedere altri e con questa finissima risposta mi hanno chiuso   anche questa porta in faccia.
Ma dalla copia di tutti questi fascicoli sono però uscite delle informazioni oltremodo paradossali:
L'avvocato/testimone  che avevo denunciato e querelato, e a cui mi ero  opposto alla prima  archiviazione, nel frattempo cominciava ad avere,  come si dice dalle  nostre parti: IL CULO STRETTO, e si era subito  premunito di incaricare 
uno dei migliori penalisti del foro di Milano,  un vero Principe del Foro: Libero Corso Bovio, che aveva fra i suoi  clienti gente come:
Marcello Dell’Utri, pupillo dell’Opus Dei,  che nonostante le condanne  definitive e non, per false fatture e frode  fiscale, tentata estorsione,  concorso esterno in associazione mafiosa,  siede rieletto in 
Senato;
Stefano Ricucci, uno dei furbetti del quarterino;
l’ex ministro della Sanità 
Girolamo Sirchia;
gli attori interessati alla scalata dell’
Antonveneta;
la 
Impregilo... uno dei 
colossi Fiat per le costruzioni, legalmente appartenente a 
Piergiorgio e Paolo Romiti.
Aveva assistito molte case editrici quali la 
Rcs, Sole 24 Ore, la Società San Paolo ed altre.
Dunque,  il neolaureato, avvocatino di Milano che per compiacere lo studio   legale dove faceva praticantato, si presta alla marchetta fuori orario   di una testimonianza in trasferta e dunque  far vincere la causa ai   colleghi ma si ritrova un paio di denunce penali subito ad inizio   carriera, viene
 subito assistito da un pezzo da 90 che prontamente lo  spalleggerebbe se il processo contro di lui dovesse nascere......... e  che cosa succede poi?
Corso Bovio si sparerà in bocca successivamente per motivi a tutti  sconosciuti ma di cui tanto hanno parlato i giornali, ricordandolo però  per delle frasi molto famose fra cui:
“
Come si capisce se un avvocato dice bugie?  Basta vedere se muove le  labbra”. Io dico che gli avvocati hanno un  debito di verità. Se  presentano un testimone poco credibile non ci  guadagnano. È  nell’interesse del cliente raccontare sempre la verità. E  dunque dico:  
quando un giornalista è corretto? Quando  rende un buon servizio  informativo al suo cliente, il lettore. Ma il  sistema deontologico dei  giornalisti è forse troppo autoreferenziale. 
Forse siamo poco aperti al  pubblico, che invece deve poter segnalare e intervenire per verificare  la qualità del prodotto.  Una sfida simpatica per i mezzi di informazione  potrebbe essere  sottoporsi al controllo dei lettori, non per castigare  questo o quel  giornalista, ma per dare un bollino blu di qualità  all’informazione. 
L’etica del giornalismo, la morale del giornalista,  devono aprirsi alla costante verifica del pubblico".
Dunque, per tirere le somme sulla vicenda:
Un  grosso studio legale di Milano, prende un ragazzo neolaureato in  legge  e gli fa fare la parte del testimone GIUDA  in un processo in   provincia.... la controparte ( che sarei IO ) si incazza come una biscia   e denuncia 
l'avvocatino di primo pelo che
 però viene subito assolto  dalla Procura.Il sottoscritto però fa opposizione e cerca di mandare avanti le  indagini,  allora l'avvocatino capisce che ha pestato la merda sbagliata e  si  prende il top dei top dei penalisti milanesi che dice appunto che  nei  processi si dovrebbe portare TESTIMONI CREDIBILI, ma allo stesso  tempo  si presta per difendere un testimone incredibile che depone su   commissione.
Quello che succede successivamente nella testa del  difensore del  testimone che ho denunciato nessuno può saperlo e nessuno  lo ha saputo  visto che 
si tolse la vita sparandosi in bocca.
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200707articoli/23511girata.aspci sono però due correnti di pensiero:
1) quelli che descrivono inspiegabile il gesto e che lo collocano fuori dal lavoro e dai processi che seguiva l'avvocato e
2)  quelli che invece lo ricollegano alla causa di corruzione giudiziaria   che stava seguendo il giorno del suicidio, al tribunale di Prato
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/10/07/viscomi-ammette-la-mazzetta-cosi-detti-il.htmldove 
un giudice avrebbe intascato fra i 40 e i 50 milioni di lire per aggiustare un fallimento.
Questo è l'allegro contesto in cui si svolgono i processi con avvocati   che pur di avere un testimone mandano un ragazzino a fare il Giuda in   trasferta e poi gli forniscono il top dell'assistenza legale quando la   vicenda rischia di degenerare in un processo  penale contro il   testimone.
L'avvocato che doveva  difenderlo è coinvolto in un processo dove un  giudice intasca grosse  mazzette e quello stesso giorno, al ritorno dal  Tribunale di Prato si  toglie la vita.Non è film, non è un racconto di fantasia ma
 si tratta della Reale Ricostruzione di Ordinaria Ingiustizia dei Tribunali italiani, che sono la  
trascrizione di fatti realmente accaduti, di cui faccio fedele relazione.
PS: Segue a breve una guida su come denunciare un magistrato.
Fabio del Toro -- - - -
Aggiornamento 26-02-2011:Pubblichiamo, 
dal sito di  SiamoTuttiGiornalisti.orghttp://www.siamotuttigiornalisti.org/it/content/vademecum-proteggersi-dagli-avvocati-disonestiun estratto in più, dello stesso articolo.
Denunce In Rete.
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(continuazione e/o compendio, del primo articolo)"
Una volta scritta la denuncia ( o l'esposto, se si vuole usare più prudenza, e questa scelta la si fa in base a quante prove oggettive si possiede ), 
ci si reca di persona, 
presso gli uffici della Procura, dove qualche impiegato, leggerà un vostro documento di identità e ritirerà la vostra 
dichiarazione autografata.
Nella pratica, una “notizia di reato” la si potrebbe depositare presso qualunque corpo di polizia, quindi si potrebbe andare dai Carabinieri, dalla G.d.F. eccetera, ma siccome questi poi la trasmettono alla Procura da dove poi inizia veramente la cosa, tanto vale consegnarla direttamente li, dove deve arrivare.
Essendo, queste vicende, sul filo del rasoio della 
interpretazione del singolo magistrato, la 
discrezionalità del Pubblico Ministero è il primo importantissimo
 scalino da superare e 
sarà lui che decide se archiviare, o proseguire con le indagini che sono i 
408 e
 410 del
 C.p.pAnche 
le procedure dell'ordine degli avvocati però sono molto di manica larga e 
difficilmente vanno a condannare un loro iscritto collega.Gli ordini professionali sono decisamente corporativi e tesi alla 
autoconservazione della casta, essi tenteranno in tutti i modi di assolvere disciplinarmente il loro iscritto ed 
eviteranno di sanzionarlo per non infangare l'intera categoria.
La Procura, nei suoi tempi di smaltimento delle pratiche, in base alla sua congestione di lavoro, prenderà in esame la cosa e vi manderà una lettera dove vi comunica l'esito della faccenda ( se avrete messo nel finale il famoso 408 ).
http://www.brocardi.it/codice-di-procedura-penale/libro-quinto/titolo-vi...Un finale potrebbe essere all'incirca il seguente:
Chiedo di essere informato
ex artt. 408 e 410 C.P.P. sia per l’ipotesi di richiesta di archiviazione che per quella di proroga delle indagini.
Se avete un 
difensore lo nominate ed eleggerete presso di lui il 
domicilio legale, se invece fate tutto da soli allora potrete scrivere:
Non nomino difensori,  e dunque delego me stesso all’esame degli atti ed all’estrazione delle copie.
Eleggo domicilio nella mia residenza di …. ( indicare la città di residenza )
Sulla questione della vostra 
assistenza legale, si incontra subito il primo ostacolo deontologico, infatti 
potrebbe facilmente accadere che il vostro avvocato, non sia disponibile ad assistervi, semplicemente perchè una delle norme del codice forense riguarda proprio la regola di 
“galateo fra avvocati” che 
li porta a non azzuffarsi fra di loro.Dopo un tempo non bene definito, diciamo qualche mese, riceverete una comunicazione sull'esito della vostra denuncia.
Se archiviano e non avete messo il 408, di sicuro nessuno vi scrive,  statene certi.
Ricevendo la comunicazione di archiviazione 
si può presentare opposizione alla archiviazione:http://www.brocardi.it/codice-di-procedura-penale/libro-quinto/titolo-vi...che infatti è prevista nella ipotesi in cui ti rendi conto che chi doveva svolgere indagini non lo ha fatto oppure, le ha svolte ma non ha capito molto.
Quindi, negli otto giorni a disposizione, si prende visione del fascicolo, si analizzano le fotocopie che dimostrano le indagini fatte e soprattutto, si legge la motivazione dell'archiviazione.
Se dalla lettura di questi documenti, dovesse emergere che 
il procuratore non ha svolto indagini, oppure le ha svolte ma è giunto a conclusioni sbagliate ( non ha visto il reato dove c'era ), 
potrete insistere chiedendo che si continui ad indagare, aggiungendo argomenti ( per chiedere una ulteriore indagine si deve assolutamente aggiungere altrimenti bocciano di sicuro ) e con questi nuovi argomenti chiederete che le indagini continuino e si proceda per la incriminazione che porti al processo.
Se anche in questo caso, la vostra denuncia viene respinta, esisterebbe
 una remota
 possibilità di presentare un' ulteriore opposizione all'archiviazione in Cassazione, che di solito avviene quando si indicano dei testimoni ed il procuratore archivia, senza neppure ascoltarli."
Autore :
 singsing (presumiamo sia lo stesso
, Fabio del Toro)
PDF- - -
Aggiornamento 3/05/2011
Risposta di Fabio del Toro
dal sito di denunceitaliane.it
La questione dei 
clienti che non sono contenti rispetto al lavoro e dunque ai risultati ottenuti 
dal proprio avvocato, penso che 
colpisca oltre il 50% delle cause e dunque è un 
problemone senza soluzione.
Tutti entriamo in una 
lite legale con enormi aspettative e poi, i processi vanno come vanno, 
gli avvocati dei grandi potentati
 piegano la verità reale ad una nuova, spesso assurda quanto falsa VERITA' PROCESSUALE che è quella che viene appunto riscritta durante le fasi del processo.
Gli avvocati poi, come ogni altro libero professionista hanno come regola quella di non prendere incarico da un cliente se prima il cliente non è a posto e non ha saldato il professionista precedente.
Dunque, per fare un'altro esempio, supponiamo che io mi rivolgo ad un geometra, ma avendo avuto prima un'altro geomentra che secondo me non lavorava bene e non mi serviva correttamente e per questo voglio cambiarlo con uno nuovo... il nuovo geometra non inizia a servirmi fino a quando non ho risolto tutto e chiuso le pratiche con quello vecchio.
Questo in effetti 
serve a interrompere la catena dei morosi.
Vista dal lato dei "professionisti":
Se un cliente continua a cambiare professionista senza pagare mai, loro si ritroveranno sempre a fornire il servizio/prestazioni a turno senza mai riscuotere e dunque il cambio di professionista è ammesso solo quando si è trovata una qualche soluzione con il professionista precedente.
Nel mondo degli avvocati dunque, questo meccanismo è ancora più ferreo ed importante altrimenti si innescherebbe una reazione a catena infinita... basti pensare:
il soggetto A entra in causa con il soggetto B e incarica avvocato Rossi di assisterlo.
Il soggetto A perde malamente la causa ed accusa Rossi di non averlo servito adeguatamente e si rivolge all'avvocato Bianchi per fare appello al soggetto B e anche al precedente avvocato Rossi.... ma l'avvocato Bianchi, che si troverebbe contro sia un collega che un soggetto processuale che ha già vinto.... rischia di lavorare tanto ( due cause in pratica ) e pochissime aspettative di vincere e di riscuotere, magari il soggetto A, dopo che si arrivasse ad una conferma della cattiva sentenza di primo grado ( cosa probabile ) e dopo un insuccesso contro il collega che forse tanti errori non evaveva fatti dal punto di vista prettamente tecnico ma aveva perso per effetto dei meccanismi infernali del mondo giudiziario.... alla fine il soggetto A andrà a cercarsi un nuovo avvocato che denunci di nuovo tutti gli avvocati precedenti e dunque Verdi attacca Bianchi, che attacca Rossi e la catena diventa infinita mentre nessuno paga....
Dunque, il tutto si basa su un principio antichissimo che in latino si dice SOLVE ET REPETE che si potrebbe dire, prima paghi e poi discuti.
Anche questo purtroppo è alla base del pagamento delle tasse che spesso prima si pagano e poi eventualmente le contesti, le annulli e te le fai rimborsare.
Siccome però 
tutti sappiamo che le ingiustizie troppo spesso rimangon tali, allora non si vorrebbe pagare ben sapendo che non si riavranno i soldi ingiustamente spesi.
Quindi ricapitolando, l'ordine delle cose sarebbe:
1) si celebra il processo in primo grado
2) lo perdi ma hai ragione....
3) paghi il primo avvocato che magari non era in gamba ma quello avevi scelto...
4) prendi un avvocato nuovo, 
vinci in appello e ti fai ridare anche
 i soldi che hai speso con il primo avvocato e annulli la sconfitta
 e rientri nelle spese.
Questo percorso però è fin troppo teorico visto che le cose non vanno quasi mai così.
Fabio
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Quest' articolo, è presente su: http://www.denunceitaliane.it/- - -
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(SiamoTuttiGiornalisti.Org)
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5 dicembre 2010 ore 00:16
La sezione “trofei” espone cadaveri di tutte queste specie con cacciatori e cacciatrici in posa.
Esiste anche un prezziario per ogni specie, oltre ai costi della vacanza:
2) -Ammazzare un cinghiale maschio costa 1.500 €, femmine e piccoli 300 €.
3) -Ammazzare un leone costa 15 mila dollari + una tassa di abbattimento.
4) -Ammazzare un leopardo costa 10mila dollari + tassa di abbattimento.
5) -Ammazzare un orso polare costa 35 mila dollari canadesi.
Ho anche scoperto che a seconda della lingua che si sceglie ci sono più o meno foto per ogni pagina dei “trofei”, quindi immagino che ci siano italiani nelle foto delle pagine in inglese e spagnolo che non volevano comparire nelle pagine in italiano.
Cordiali saluti
Marco